La chiusura di un triennio ci porta a riflettere su quanto di buono è stato fatto e su quello che di meglio si potrà fare. Nell'incontro con i presidenti parrocchiali, Pietro ci ha invitato a riflettere su due atteggiamenti che dovrebbero caratterizzare il nostro essere cristiani che si sentono corresponsabili nella costruzione della Chiesa dei nostri giorni e cioè bandire la mediocrità ed essere appassionati di Cristo. La mediocrità è forse la malattia spirituale del nostro tempo, che si accompagna all'indifferenza e alla paura di impegnarsi. E' molto più comodo rinchiudersi nel trantran quotidiano fra scuola, lavoro, amici e famiglia che impegnarsi in qualcosa di più grande, ma che richiede impegno e sacrificio. E' lo stesso papa Francesco a chiederci di uscire da questa mediocrità e a portare a tutti la gioia del Vangelo con creatività, pur non sapendo quando il seme gettato porterà frutto.
Tuttavia non siamo chiamati a far affidamento solo sulle nostre forze, ma è la passione per Cristo e per la Chiesa che ci spinge ad agire e deve trasparire da ogni nostra azione.
Pietro ci ha anche ricordato che sono soprattutto le relazioni umane che si riescono a instaurare la realtà alla quale dovremmo prestare più attenzione e, per la mia esperienza come presidente parrocchiale di AC, posso dire che è proprio questo ciò che rende bello il nostro impegno a servizio della Chiesa locale e che ci permette di superare la stanchezza e le difficoltà che inevitabilmente si possono incontrare. Gli aderenti di Azione Cattolica vivono davvero la corresponsabilità, affiancando ogni giorno i sacerdoti delle nostre parrocchie soprattutto nella trasmissione della fede alle nuove generazioni e spesso le tante cose da fare prendono il sopravvento sulla cura delle relazioni, rischiando a volte di lasciar sole le persone che vivono questo impegno.
Penso che dovremmo ripartire proprio da qui: curare di più i rapporti umani, essere più attenti all'altro e non darlo mai per scontato, pensando a momenti di condivisione delle nostre vite in cui ciascuno abbia la possibilità di esprimersi, certi di trovare in colui che condivide la nostra scelta un fratello che accoglie, ascolta e condivide, in quanto ciascuno è portatore di un'esperienza e di una ricchezza di fede particolari.
In questo modo potremo essere segno di una Chiesa che ama e serve con gioia.
Annalisa Sironi
Parrocchia di Fabbrica