L'assemblea nazionale dell'Azione Cattolica è da sempre un crocevia per tutta l'associazione, un punto di arrivo e di partenza a cavallo di due trienni in cui l'AC può riflettere e interrogarsi sulle attuali sfide da affrontare, sulla bontà del cammino percorso assieme e su quello che ha ancora da percorrere.
È con questa consapevolezza che Leonardo Forsi, Michela Tramonti ed io, in qualità di rappresentanti dell'AC della nostra diocesi, abbiamo preso parte alla XVI assemblea nazionale, che si è tenuta  alla Domus Pacis di Roma, dove per questa occasione  si sono raccolti i delegati provenienti da tutte le diocesi d'Italia.
I lavori veri e propri dell'assemblea sono iniziati la mattina di sabato 29 aprile con la relazione del Presidente nazionale Matteo Truffelli. Egli ha inizialmente sottolineato la necessità di fare memoria di questi 150 anni di vita associativa, che si sono distinti per la costante ricerca di una "santità del quotidiano" che non fosse distante dalla vita di tutti giorni, ma che si alimentasse attraverso buone relazioni e dialogo.

Tale vocazione dell'AC, tuttavia, è oggi ostacolata da un contesto caratterizzato da una società fragile e da una Chiesa che sta attraversando importanti cambiamenti; di conseguenza, anche la nostra associazione si sente indebolita e teme di scomparire da molti contesti che in passato occupava. Per affrontare tali sconvolgimenti - ha proseguito Truffelli - è necessario che l'AC si faccia custode dell'essenziale, anche se ciò la obbligherà ad abbandonare pratiche consolidate, e per questo percepite come sicure, e a gettarsi in sfide nuove, consapevole che proprio in esse potrebbe più efficacemente contribuire all'annuncio di Gesù e del Vangelo. Per intraprendere questo cammino inesplorato l'AC deve fare affidamento sulla sua più grande forza: l' "essere associazione", l'essere cioè costituita da persone che vivono tra loro una comunione nella quale Dio si rivela. Ecco che questa comunione spinge l'associazione a ingrandirsi, non per mero desiderio di "essere in tanti", ma per far partecipare gli altri alla bellezza dell'incontro con Gesù; infatti, fa notare il presidente, un'Azione Cattolica che si chiuda nella cerchia dei "pochi bravi" contraddice in tal modo la sua natura e la sua vocazione. Truffelli ha quindi concluso il suo intervento invitando tutti gli aderenti ad essere audaci di fronte alle difficoltà proposte da questo nostro tempo, ad avere fiducia in Dio, del quale l'AC vuole essere strumento, e a coltivare la propria creatività per dare una nuova spinta al cammino associativo.
Il pomeriggio del sabato ha permesso, poi, a tutti i delegati di dare un proprio contributo; infatti, si sono costituiti dei gruppi di lavoro composti da delegati e uditori, che hanno avuto il compito di esaminare ed eventualmente proporre degli emendamenti per il documento assembleare, cioè quel documento programmatico che guida le scelte dell'Azione Cattolica nel triennio. Tali luoghi sono stati per noi delegati di Volterra occasioni di incontro, dialogo e conoscenza con aderenti di altre diocesi e di altre regioni ed è proprio da questo proficuo confronto che è nata la proposta di un emendamento di cui noi volterrani siamo stati primi firmatari: da parte di un membro del nostro gruppo di lavoro è stata fatta notare la mancanza, tra i capisaldi dell'AC descritti nel documento,  della tutela della vita dal concepimento fino al suo declino naturale, e quindi abbiamo deciso di promuoverne l'inserimento all'interno del documento stesso. Eravamo perfettamente consapevoli che una mozione che affrontasse un tema tanto sensibile potesse essere divisiva per l'assemblea, ma, a fronte delle dimostrazioni di indifferenza o talora di contrarietà di alcuni delegati verso i contenuti in essa espressi, siamo rimasti piacevolmente sorpresi nel vedere come alcune persone, fino a poco prima sconosciute, si siano spese con generosità per raccogliere le quaranta firme necessarie a presentarla.
La mattina seguente, invece, ha riservato, a noi delegati e a tutti coloro che sono accorsi in Piazza San Pietro, l'esperienza senza dubbio più emozionante: l'incontro di tutta l'associazione con papa Francesco per festeggiare insieme i 150 anni dell'AC.
La mattina è iniziata con una breve narrazione degli eventi principali che hanno caratterizzato la storia dell'associazione e, in molti frangenti, il ricordo di certi episodi si è rivelato un efficace strumento di analisi per situazioni ancora di attualità: lo spirito con cui l'AC appena nata ha affrontato le prime difficoltà, pur potendo fare affidamento solo sull'impegno di poche persone, deve essere d'esempio nel contesto odierno in cui l'associazione si trova a far fronte a un numero di aderenti in costante calo, così come la tenacia con cui essa ha difeso la propria libertà educativa di fronte alle pretese del fascismo è ancora oggi un modello per gli aderenti che devono fare i conti con un mondo sempre più carente di valori cristiani.
Tuttavia, è stato solo grazie al discorso di papa Francesco se questo esercizio di grata memoria nei confronti del passato ha saputo veramente calarsi nel presente. Infatti il Santo Padre ci ha spronati a ispirarci alla storia di santità dell'associazione, che è santità vissuta nel quotidiano, non come spettatori passivi, ma come collaboratori di un progetto grande voluto da Dio. Inoltre, ha ricordato come la missione dell'AC sia importante per la vita della Chiesa e ci ha invitati dunque ad abitare tutti quei luoghi in cui è necessario portare una testimonianza cristiana, insistendo in particolar modo sulle situazioni di sofferenza e sulla partecipazione alla politica, intesa come servizio al quale il cristiano deve sentirsi chiamato per contribuire al bene comune.
Dopo questa intensa mattinata, i delegati si sono nuovamente riuniti alla domus pacis per votare la versione finale del documento assembleare. Due sono state le modifiche sostanziali apportate: accogliendo l'appello di papa Francesco, è stato inserito un paragrafo dedicato all'impegno politico, nel quale l'AC si propone di diventare laboratorio di formazione e di confronto che ispiri una politica volta al bene della collettività anziché all'interesse personale contingente; inoltre, l'assemblea ha accolto il già citato emendamento sulla tutela della vita, dimostrando di considerare quest'ultima come una priorità educativa di tutta l'associazione.
L'approvazione di emendamenti così importanti e così attuali da parte della XVI assemblea nazionale di AC, pertanto, dimostra quanto essa sia stata un'esperienza estremamente feconda sotto tutti i punti di vista, poiché, attraverso il confronto tra i propri aderenti e l'ascolto delle parole del Santo Padre, ha saputo gettare valide basi per continuare un cammino che perdura da 150 anni.

 

Giovanni Capponi – Parrocchia di Chianni

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